Ecco i pezzi ritenuti FALSI introdotti nella Collezione Reale allo scopo di sostituirli ai pezzi originali:




In figura: ingrandimento della moneta da lire 5 in argento di Vittorio Emanuele II con millesimo 1866, coniato dalla Zecca di Napoli ufficialmente in nr.464.797 esemplari. Cassetto nr.169 dell’Armadio metallico nr.1. pezzo contrassegnato dal nr.5384. Il pezzo indicato in figura e presente nella Collezione Reale è risultato essere un FALSO.





In figura: ingrandimento della moneta da lire 5 in argento di Vittorio Emanuele III con millesimo 1901, coniato dalla Zecca di Roma ufficialmente in nr. 114 esemplari. Cassetto nr.179 dell’Armadio metallico nr.1. pezzo contrassegnato dal nr.5692. Il pezzo indicato in figura, presente nella Collezione Reale è risultato essere un FALSO.












In figura: ingrandimento della moneta da lire 2 in argento di Vittorio Emanuele III con millesimo 1901, coniato dalla Zecca di Roma ufficialmente in nr. 72.467 esemplari. Cassetto nr.179 dell’Armadio metallico nr.1. pezzo contrassegnato dal nr.5694. Il pezzo di cui alla figura, presente nella Collezione Reale è risultato essere un FALSO.





In figura: ingrandimento della moneta da lire 2 in argento di Vittorio Emanuele III con millesimo 1903, coniato dalla Zecca di Roma ufficialmente in nr. 53.622 esemplari. Cassetto nr.179 dell’Armadio metallico nr.1. pezzo contrassegnato dal nr.5708. Il pezzo di cui alla figura, presente nella Collezione Reale è risultato essere un FALSO.




In figura: ingrandimento della moneta da lire 5 in argento 900/1000, peso grammi 25, diametro mm.37, contorno FERT FERT FERT, di Vittorio Emanuele III con millesimo 1914, coniato dalla Zecca di Roma ufficialmente in nr. 272.515 esemplari. Cassetto nr.185 dell’Armadio metallico nr.2. pezzo contrassegnato dal nr.6012.Il pezzo di cui alla figura sopra, presente nella Collezione Reale è risultato essere un FALSO.





In figura: ingrandimento della moneta da lire 20 in argento di Vittorio Emanuele III con millesimo 1927 A.V, coniato dalla Zecca di Roma ufficialmente in nr. 100 esemplari. Cassetto nr.195 dell’Armadio metallico nr.2. pezzo contrassegnato dal nr.6521. La moneta faceva parte della Collezione Reale e la foto in figura risulta scattata prima della sostituzione. La moneta rinvenuta successivamente è risultata essere un FALSO.





La moneta presente nella ex Collezione Reale è risultata essere un falso grossolano, impossibile da scambiare con la moneta originale, anche per le macroscopiche anomalie che la stessa prsentava. Questo però non ha impedito che la stessa venisse portata all’esterno per essere esposta in mostre anche a livello internazionale.





In figura:ingrandimento della moneta da lire 20 in metallo dorato, progetto, di Vittorio Emanuele III con millesimo 1903. Cassetto nr.179 dell’Armadio metallico nr.1. pezzo contrassegnato dal nr.5719. Coniata dallo Stabilimento Johnson.


Il cartellino autografo del Re riporta invece il peso di un esemplare in oro avente un peso di grammi 6,45. E’ evidente che la moneta sostituita riportava il peso esatto per una moneta da lire 20 in oro dell’epoca, grammi 6,45, peso che invece è nettamente inferiore nel pezzo rivenuto al suo posto, che invece è in metallo dorato.





In figura:ingrandimento della moneta da lire 20 in metallo dorato, progetto, di Vittorio Emanuele III con millesimo 1903, coniato dalla Zecca di Roma. Cassetto nr.179 dell’Armadio metallico nr.1. pezzo contrassegnato dal nr.5720. Coniata dallo Stabilimento Johnson.



Il cartellino autografo del Re riporta invece il peso di un esemplare in oro avente un peso di grammi 6,39. Vale quanto detto per il pezzo precedente. In questi due casi evidentemente sono state asportate monete considerate progetti in oro con analoghe monete progetto ma in metallo dorato e quindi aventi peso inferiore, fattore che ha consentito di individuare la sostituzione.




Anche questo caso, come i due precedenti, evidenzia una situazione di non rispondenza tra quanto si trova collocato in collezione e quanto invece riportato dal cartellino identificativo; il cartellino, vergato personalmente da Vittorio Emanuele, indica, nel caso specifico, la presenza di un pezzo sì da lire 20 in oro, ma della Zecca di Bologna, millesimo 1860.


In figura: un esemplare (postato anonimamente sul catalogo di lamoneta.it e non l'esemplare risultante assente al MNR) della rarissima moneta coniata nella Zecca di Bologna nel 1860. Al diritto Volto del Re a sinistra. Ai lati lungo il bordo VITTORIO EMANUELE II. Sotto il collo del Re indicazione dell’ autore D  • B  • che sta per Donnino Bentelli già incisore della zecca di Parma, in basso, il millesimo 1860. Al rovescio, nel campo indicazione del valore LIRE 20 su due righe circondato da rami di lauro. Intorno, REGIE PROVINCIE DELL’EMILIA; in basso sotto l’incrocio dei rami indicazione della zecca B per Bologna. Il pezzo che era presente nella ex Collezione Reale è stato sostituito. Secondo alcuni, di queste monete venne fatta anche una serie di presentazione per i Senatori del Regno; quindi esisterebbe anche un astuccio destinato a contenerle.


In definitiva, dove avremmo dovuto trovare un rarissimo pezzo coniato in nr.159 esemplari dalla Zecca di Bologna per omaggiare Vittorio Emanuele II e altri pochi fortunati (1), è stato invece rinvenuto un esemplare coniato dalla Zecca di Torino in nr.3.267 esemplari che peraltro ha un modesto valore commerciale, diminuito ulteriormente dal basso grado di conservazione della moneta stessa. Unitamente all’esemplare da lire 20 la Collezione Reale conserva anche il pezzo da lire 10 (Cassetto nr.260 dell’Armadio metallico nr.2. pezzo contrassegnato dal nr.8.066). I verbali redatti nel 1983, quando le monete di Casa Savoia sono state ricongiunte, per volere di Umberto II, alla Collezione Reale, confermano che a quella data al nr.8.065 corrispondeva la moneta da lire 20 coniata nel 1860 dalla Zecca di Bologna, mentre la ricognizione del 2001 evidenzia la difformità l nr.8.065, con la presenza della moneta da lire 20 del 1861.




In figura:ingrandimento della moneta da lire 10 millesimo 1863, coniato dalla zecca di Torino in complessivi esemplari nr.542.715. Collezione Reale.


Analogamente ai tre casi precedenti, pure in questo caso, appare una situazione di non rispondenza tra quanto si trova collocato in collezione e quanto invece riportato dal cartellino identificativo; il cartellino, anche in questo caso vergato personalmente da Vittorio Emanuele, indica, nel caso specifico, la presenza di un pezzo avente millesimo 1863. Si trova invece collocato nella posizione anzidetta un analogo esemplare ma con millesimo 1865. Ricordiamo che tra gli esemplari con millesimo 1863 ve ne sono alcuni della più grande rarità, come quelli con controno liscio e con diametro leggermente difforme.


In figura: ingrandimento della moneta da lire 10 millesimo 1865, coniato dalla zecca di Torino in nr.443.711 esemplari. Collezione Reale.





In figura: ingrandimento della moneta da lire 100 millesimo 1883 rinvenuta al posto della identica moneta ma avente millesimo 1880. E’ una moneta che pur trovandosi nella Collezione Reale è estranea ad essa.


Al suo posto si trova collocata una moneta dello stesso tipo ma avente millesimo 1883. Anche in tale contesto soccorre il cartellino autografo di Vittorio Emanuele che riporta esattamente la moneta descritta sopra. Lo scambio ha consentito evidentemente di asportare una moneta coniata in nr.145 esemplari (una autentica rarità) e allocare al suo posto per evitare la scoperta del furto, una analoga moneta coniata però in 4.219 esemplari (è la meno rara delle monete in oro da lire 100 coniate sotto il Regno di Umberto I nel 1880, 1882, 1883, 1888 e 1891).




Nel posto anzidetto è stata invece rinvenuta una moneta da lire 20 in oro avente millesimo 1905; il cartellino autografo del Re cita invece il pezzo avente millesimo 1908. Anche in questo caso la sostituzione ha consentito di asportare un pezzo coniato in solo tre esemplari (2) e quindi di valore storico pressoché inestimabile e al suo posto è stato rinvenuto un esemplare coniato in 8.715 esemplari.


In figura: ingrandimento della moneta da lire 20 in oro coniata nel 1905, rinvenuta nella Collezione Reale al posto della preziosa lire 20 del 1908. Moneta estranea alla Collezione Reale.




Anche in questo caso, scomparso il rarissimo esemplare avente millesimo 1910 ed al suo posto un esemplare avente millesimo 1912; la moneta del 1910 infatti, pur essendo coniata in nr.32.589 esemplari venne rifusa e furono pochissimi i pezzi sottratti alla distruzione. L’esemplare del 1912 venne coniato in nr.59.970 esemplari.


In figura: ingrandimento della moneta da lire 20 del 1912 rinvenuta nella Collezione Reale al posto della moneta di analogo tipo avente millesimo 1910.




In figura:moneta da lire 100 del 1936. Collezione Reale. La foto risale a prima del patito furto.Al suo posto è invece conservata una moneta da lire 50 in oro avente millesimo 1931.




Al suo posto è stata invece rinvenuta una moneta in oro da lire 100 del 1931.


In figura: la moneta rinvenuta nella Collezione Reale al posto della rara lire 100 del 1937.




In figura: ingrandimento della moneta da lire 100 del 1940. Ex Collezione Rocca.


Al suo posto, una moneta da lire 50 in oro avente millesimo 1931.


In figura: la moneta rinvenuta nella Collezione Reale al posto della rarissima lire 100 del 1940, ultima moneta in oro coniata durante il Regno d’Italia.


Con tale asportazione scompare, speriamo non in maniera definitiva, dalla Collezione Reale, l’ultima, rarissima, e per certi versi controversa, moneta in oro battuta durante il regno di Vittorio Emanuele III.





In figura: progetto di moneta da lire 20 in metallo dorato coniato dalla Regia Zecca.Collezione Reale.


Al suo posto è stata invece individuata una prova in metallo dorato con sigla in incuso Johnson, avente peso grammi 3,39; il cartellino autografo del Re evidenzierebbe invece la moneta sopraindicata.


In figura:lire 20 in metallo dorato coniata dallo stabilimento Johnson nel 1903.





In figura: ingrandimento della moneta da 100 pesetas in oro 900/1000 battuta a nome di Amedeo I Re di Spagna del 1871.Peso grammi 32,25.Diametro mm.35. Contorno:legenda Justicia y libertad.


Al posto di questa rarissima moneta (3) è stata invece rinvenuta una moneta da lire 80 in oro di Carlo Felice con millesimo 1828.


In figura:moneta da lire 80 in oro 900/1000.Peso 25,80 grammi, diametro mm.33. Contorno:Motti FERT in incuso tra nodi savoia e rosette con millesimo 1828 battuta a nome di Carlo Felice. Al diritto Testa del Re volta a sinistra. Intorno CAR  • FELIX  • D  • G  • REX SAR  • CYP  • ET IER  • e il millesimo 1828. Sul taglio del collo indicazione dell’autore (A  • LAVY).Al rovescio Scudo con croce Sabauda sormontato da corona Reale, fregiato del collare dell’Annunziata e circondato da rami di lauro. Intorno DVX SAB  • GENVAE ET MONTISF  • PRINC  • PED  • &  •. In basso indicazione del valore (L  • 80  •) tra testina d’aquila (a destra) e L in losanga (a sinistra). Presente nella Collezione Reale ma estranea ad essa.





In figura:moneta in oro 900/1000 da 25 pesetas battuta nel 1871 a nome di Amedeo I di Spagna. Peso grammi 8,06.Diametro mm.24. Contorno: ventisette stelle. Coniata in nr.25 esemplari. Per quanto concerne il contorno esistono alcuni esemplari che presentano una legenda al posto delle stelle.



In sua vece è stata individuata una moneta da lire 40 in oro di Carlo Felice con millesimo 1825.


In figura:moneta da lire 40 in oro 900/1000.Peso 12,90 grammi, diametro mm.26. Contorno:Motti FERT in incuso tra nodi savoia e rosette con millesimo 1825 battuta a nome di Carlo Felice. Al diritto Testa del Re volta a sinistra. Intorno CAR  • FELIX  • D  • G  • REX SAR  • CYP  • ET IER  • e il millesimo 1828. Sul taglio del collo indicazione dell’autore (A  • LAVY).Al rovescio Scudo con croce Sabauda sormontato da corona Reale, fregiato del collare dell’Annunziata e circondato da rami di lauro. Intorno DVX SAB  • GENVAE ET MONTISF  • PRINC  • PED  • &  •. In basso indicazione del valore (L  • 40  •) tra testina d’aquila (a destra) e L in losanga (a sinistra). Presente nella Collezione Reale ma estranea ad essa.


Per concludere, in questa preliminare fase di verifica ( e non potrebbe essere altrimenti, visto che occorreranno probabilmente anni per completare una accurata ricognizione delle collezioni numismatiche presenti al Museo Nazionale Romano e al Museo della Zecca) è emerso che parrebbe confermato che il settore sul quale si sono concentrate le manomissioni sia quello relativo alla monetazione decimale che va da Vittorio Emanuele II a Vittorio Emanuele III. Alcuni esemplari infatti sono stati presi di mira e successivamente sostituiti con falsi moderni, realizzati senza dubbio allo scopo di frodare i collezionisti; altri esemplari invece sono stati sostituiti con monete originali ma con millesimo o nominale differente rispetto a quanto evidenziato nel cartellino di accompagnamento della moneta presente nella Collezione Reale.



1() La moneta, coniata effettivamente nel 1861, riporta al diritto l’effige di Vittorio Emanuele II e la legenda Vittorio Emanuele II e il millesimo 1860 e al rovescio valore entro corona di alloro e la legenda intorno REGIE PROVINCIE ELL’EMILIA e la iniziale B che sta per zecca di Bologna. La coniazione di questa moneta venne autorizzata con Decreto del Governatore dell’Emilia Romagna il 17 gennaio 1860, serie 14 a.

2() Sulla moneta da lire 20 del 1908 vedasi su questo stesso volume il capitolo LE LIRE 20 del 1908.

3() Battuta in soli nr.12 esemplari in oro giallo e nr.75 esemplari in oro rosso.